Tommaso Pincio – Un amore dell’altro mondo

Tommaso Pincio - Un amore dell'altroDei Nirvana conoscevo giusto quelle due o tre canzoni che conoscono tutti e non avevo altre informazioni sulla figura di Kurt Cobain che non fossero l’anno e la modalità della sua prematura scomparsa. Per il resto, buio notale.

Così, leggendo il retro di copertina, scopro che Kurt aveva un amico immaginario e che Tommaso Pincio ha avuto la brillante idea di dare una vita tutta sua all’inesistente Boda e di farne il protagonista del romanzo. Un amore dell’altro mondo, contrariamente a quanto mi ero aspettato in un primo momento, non è quindi un romanzo biografico su Kurt Cobain, e non è nemmeno un romanzo che parla strettamente di lui. Pincio ha, sì, raccontato molti aspetti della vita del cantante dei Nirvana e dato voce alle domande e alle angosce di Kurt e dell’intera generazione di cui era diventato portavoce, ma tenendolo sempre a margine delle vicende che vedono invece protagonista il suo immaginario amico. Così, Boda si eleva a Homer Boda Alienson, e ha come tutti una famiglia, una personalità, dei problemi e una missione, quella di trovare una risposta alla domanda che lo coglie all’improvviso: “E l’amore?”.
Se proprio questa ricerca dell’amore, che lo porterà in un paesino sperduto in mezzo al deserto, nei pressi dell’area 51, è il tema centrale degli ultimi capitoli, nei primi vediamo invece un paranoico Homer preda delle difficoltà che la vita e la sua immaginazione lo costringono, volente o nolente, ad affrontare. Boda ha avuto un’infanzia turbolenta che lo ha portato a coltivare una passione maniacale per i giocattoli di fantascienza, e a non dormire per diciotto anni per paura, influenzato dalla visione de L’Invasione degli Ultracorpi, di svegliarsi e scoprire che le persone a lui vicine sono state sostituite con delle copie. La cura di tutti i problemi gliela fornisce Kurt la sera del loro primo incontro in mezzo al bosco, sul ponte sotto il quale il biondo cantante si era ritrovato a dormire dopo la prima fuga da casa. La cura è l’eroina, che loro chiamano “il sistema”, ed è il primo tassello della profonda amicizia che legherà i due fino alla fine.

Ho amato questo Un amore dell’altro mondo. Pincio è uno scrittore di notevole bravura, è il suo primo romanzo che leggo e sicuramente non sarà l’ultimo. E’ delicato e crudo all’occorrenza, non c’è mai una descrizione, una situazione o una singola parola fuori posto. L’artificio letterario, quello di dare vita a Boda, è geniale: è stato il perfetto mezzo per parlare di Kurt senza scriverne una biografia, per lasciarsi andare a una storia surreale con le radici ben piantate nei problemi della realtà. Ed è proprio questo personaggio il punto di forza del romanzo: turbolento, fragile, paranoico, insicuro, dolce, Boda è l’adolescente insicuro e spaesato che continua a vivere in ognuno di noi anche ora che siamo cresciuti, come se fosse il collage di tutti i pezzi che ci siamo persi per strada ogni volta che ci infrangevamo con il duro e inscalfibile muro della realtà.

Editore: Einaudi
Pagine: 321
ISBN: 9788806220198

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