Alasdair Gray – Lanark. Una vita in quattro libri, Vol. 2, 3, 4

Lanark[Questa è la recensione dei volumi 2, 3 e 4 di Lanark, QUI trovate quella del primo volume]

Rieccoci di nuovo qui con Lanark. Ho deciso di raggruppare i volumi successivi al primo perché la natura dell’opera, originariamente pensata come un volume unico, si presta poco a recensioni singole. Ma questa è una recensione atipica perché non è possibile trattare a fondo i temi del romanzo senza rivelarne la trama e rovinare la sorpresa al lettore. Cercherò, quindi, di essere il più vago possibile.

Se il primo volume di Lanark era ambientato ad Unthank, una città incollocabile nello spazio e nel tempo caratterizzata da un’atmosfera surreale e onirica, nel secondo e nel terzo la scena si sposta a Glasgow sul finire della seconda guerra mondiale, quando il protagonista di queste due parti, Duncan Thaw, è un bambino di cinque anni. Il surreale lascia spazio alla quotidianità di un bambino che diventa piano piano adulto e la storia prende i tratti di un romanzo di formazione. Qui entra in gioco la visionarietà di Alasdair Gray, che crea continuamente dei paralleli tra Unthank e Glasgow e tra le vite di Lanark e Duncan Thaw: c’è un cambio di ambientazione drastico ma tutto si incastra alla perfezione. Ritroviamo così una città poco accogliente che pur sembrando soffocare i suoi stessi abitanti è allo stesso tempo impossibile da abbandonare; una città caratterizzata da un’industrializzazione pesante che grava sulle spalle dei suoi abitanti, in particolare del ceto medio-basso, e in cui si è instaurata una società le cui istituzioni soffocano la libera espressione dell’individuo, che però ha allo stesso tempo bisogno di questa società per realizzarsi. Ritroviamo una malattia, là la dragonite, qui l’asma, capace di tormentare e condizionare l’esistenza di una persona. Ritroviamo, infine, i rapporti umani, così indispensabili nella vita di tutti ma così difficili da coltivare e tenere vivi; e questi diventano centrali soprattutto nella terza parte, quando Duncan è adolescente e cerca di trovare la sua strada in questo mondo così ostile per chi, come lui, rifiuta di conformarsi. In parallelo a Lanark, che nel primo volume cerca di diventare uno scrittore, Duncan Thaw è invece un pittore, ma fatica a ritagliarsi un posto fra gli altri artisti perché la sua arte risente troppo della sua indole autoreferenziale ed egoista, della sua incapacità di conciliare tra loro le sue idee politiche, quelle religiose e quelle artistiche; Duncan è, in generale, incapace di scendere a compromessi, e questo lo costringe a un’inevitabile solitudine: anche le cose che potrebbero salvarci e offrirci la possibilità di riscatto a volte finiscono invece per rimarcare in maniera ancora più definitiva le nostre differenze con gli altri.

Giunti al termine della discesa di Duncan Thaw, nel quarto libro i riflettori tornano su Lanark ad Unthank, dove la storia riprende esattamente da dove l’avevamo lasciata ma con tante, moltissime, informazioni in più. Informazioni che cambiano la nostra percezione del mondo surreale/fantascientifico del primo volume in modo sostanziale e cambia anche, di pari passo, il modo di Gray di raccontarcelo: se prima era tutto implicito, si leggevano riferimenti e collegamenti solo tra le righe, ora è decisamente tutto più diretto. Il parallelo tra Duncan e Lanark, Glasgow e Unthank, il nostro mondo e quel mondo lì è di nuovo il centro della vicenda, ma questa volta in modo più esplicito di prima. Questo non toglie comunque un briciolo di atmosfera all’ambientazione di Unthank, che rimane suggestiva come poche altre.
La storia di Lanark continua con un amore impossibile, viaggi in zone in cui il tempo scorre diversamente dalle altre, tumulti politici e disastri ambientali e, cosa più importante, molte risposte, fino al rendez-vous finale (o quasi finale) con un personaggio impossibile che aggiunge pure un aspetto di meta narrativa al un romanzo, ma non posso dire di più.

In conclusione, Lanark è un’opera straordinaria.
Alasdair Gray ha costruito qualcosa di davvero incredibile. Lanark è contemporaneamente mille cose: nei quattro volumi si alternano fantascienza, romanzo di formazione, riflessione sociale, distopia, filosofia, meta-narrativa, surreale, religione con una naturalezza disarmante. Tutte queste cose insieme rendono Lanark un affresco di rara bellezza sul nostro mondo, sui rapporti politici, sociali e affettivi che lo governano. Sull’inevitabilità che le tante e grandi difficoltà cui le persone normali sono continuamente sottoposte in ogni ambito le portino ad abitare, un giorno, nelle proprie personali Unthank.

Leggere Lanark è una di quelle esperienze difficili da rendere a parole, l’unico consiglio è quello di provare voi stessi. Raramente un romanzo è in grado di suscitare così tante sensazioni e stimolare tante parti del cervello. Lanark si attacca alla vostra immaginazione, alla vostra coscienza, alle vostre idee, alle vostre credenze e ai vostri affetti e difficilmente li vedrete con gli stessi occhi di prima.

Editore: Safarà Editore
Pagine: 165 / 208 / 336
ISBN: 9788897561354 / 9788897561439 / 9788897561576

Link utili: La pagina dell’editoreLa wiki dell’autore
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