
Ci sono libri troppo più grandi di noi per cui è difficile trovare le giuste parole per descriverli senza cadere in ingenuità e banalità, e Sunday di Olivier Schrauwen è sicuramente uno di questi. Se non mi fossi autoimposto di buttare giù qualche riga su ogni fumetto che sto leggendo, questo è un commento che eviterei sicuramente di scrivere per paura di cosa dire.
Sunday racconta un’intera domenica di un trentacinquenne chiamato Thibault Schrauwen, da quando si sveglia a quando si addormenta, che passa in attesa del ritorno da una lunga vacanza di alcune settimane della sua compagna Migali. Nel frattempo, ha una consegna impellente di un lavoro che il committente vorrebbe ricevere entro fine giornata (Thibault è un grafico specializzato in tipografia) e aspetta la visita di Rick, un amico con cui ha condiviso più di una sbronza che gli ha detto che in giornata sarebbe passato a trovarlo. Ma c’è un’ultima attesa oltre a queste: è anche la vigilia del suo compleanno.
E sarebbe una storia tutto sommato normale, forse anche noiosa, se non fosse per la particolarità di come è raccontata. La spina dorsale di questo fumetto è il pensiero del suo protagonista: ogni vignetta ha riportato in alto quello che sta pensando Thibault in quell’esatto momento, poi sotto c’è quello che sta succedendo. Ma non solo quello che succede a lui: l’occhio della storia si sposta nello spazio e nel tempo, per cui vediamo anche quello che stanno facendo Rick e Migali, il committente del font, i vicini di casa, la caccia al cibo di un topo e un gatto che si rincorrono per tutto il giorno in una perfetta sinfonia fatta di richiami e analogie; ma troviamo anche ricordi e fantasie, per esempio quelli di una sbronza colossale con Rick o di un film amatoriale girato con lui e altri amici, tra i quali Nora, una ragazza di cui è stato innamorato e su cui fantastica per buona parte del pomeriggio chiedendosi se lo pensa ancora.

La narrazione è inevitabilmente lenta, fatta di ripetizioni, divagazioni, interruzioni improvvise e poi riprese. La sensazione che restituisce è quella di trovarsi in un non-luogo e in un non-tempo, una sospensione totale della vita in cui c’è spazio solo per la digressione continua dal presente e l’indecisione sul domani.
Lo stile scelto per questa difficile missione è molto semplice ma geniale e ha una sua codificazione: determinati colori sono dedicati alle varie trame e sottotrame; il tratto cambia per ricordi, fantasie e avvenimenti presenti. Ma visto che la mente di Thibault può giocare strani scherzi, ecco allora che alcune cose sono in sovrimpressione ad altre, altre ancora hanno alcuni elementi netti ma altri completamente sfocati.

Ho trovato Sunday davvero straordinario per la sua capacità di interpretare e rappresentare il turbine di pensieri di ogni tipo che può colpire una persona, specialmente se sta passando un’intera giornata in attesa di qualcosa che non sa se e quando arriverà. Da canzoni che ti martellano il cervello a pensieri sporchi e disturbanti, passando per crisi esistenziali, preoccupazioni per i propri cari, fantasie sessuali, riflessioni su religione, linguaggio, cucina, simboli e moltissimo altro.
Sunday è riuscito a far ridere, emozionare, inorridire, spaventare, commuovere anche un lettore molto freddo e distaccato come me, che generalmente vede tutto dall’esterno. È riuscito a pescare la poesia nel quotidiano che tanti inseguono sia con dialoghi e personaggi umanissimi, sia con immagini visionarie e mai fuori posto che spezzano la quotidianità del racconto e lo rendono universale.
Chris Ware finisce un suo bellissimo articolo su Sunday che ha scritto per il The New York Review così: “In this spirit, Sunday will make you love those you already love, but more.”
Letto in inglese 🇬🇧
Editore: Fantagraphics
Pagine: 474
ISBN: 978-1683969679
Link utili: La pagina dell’editore

