La festa nera – Violetta Bellocchio

La Festa Nera - Violetta Bellocchio - Recensione La festa nera è un romanzo dell’autrice italiana Violetta Bellocchio, pubblicato a Giugno del 2018 dalla casa editrice Chiarelettere per la collana altrove.

Il romanzo parla di tre ragazzi documentaristi, Misha, Ali e Nicola, che dopo un brutto episodio di shaming che li ha visti nell’occhio del ciclone delle offese di tutta la rete, decidono di tornare a calcare le scene con un servizio molto particolare e potenzialmente pericoloso: percorrendo la Val Trebbia, il progetto prevede la visita a cinque comunità autarchiche sulle tracce del Padre, una figura misteriosa in grado di curare le persone da qualunque cosa le affligga, purché siano disposte a pagarne il prezzo.

Scritto, oltre che molto bene, con uno stile che trasmette bene l’idea del documentario, La festa nera è fatto di scene, scorci e commenti di quello che vede la sua voce narrante, Ali, la fonica del trio. Leggendolo si ha proprio la sensazione di essere lì, zaino in spalla, a registrare insieme ai ragazzi quelle scene di un’Italia in rovina, in cui migrazioni ed epidemie hanno lasciato spazio alla desolazione e al proliferare di queste comunità. Comunità non necessariamente religiose: troviamo donne masochiste, uomini rei di violenza sulle donne rinchiusi in clausura, hipster che rifiutano la tecnologia, chi insegna ai bambini a sparare: c’è veramente di tutto in questo romanzo perché i culti, oggi, si formano intorno alle cose più impensabili.

Ma la cosa che sorprende è che tutte queste comunità, quando poi arriva verso metà libro il flashback dello shaming subito dai tre ragazzi in un’altra comunità, una community online, quella di YouTube, non sembrano più così assurde come sembravano in un primo momento. Anzi, mettono ancora più in evidenza lo strano momento in cui viviamo: il web è proprio come quella Val Trebbia percorsa dai tre protagonisti di questa storia, un insieme di piccole comunità intransigenti e di falsi profeti; dei non luoghi in cui molte persone si ritrovano solo perché vittime del carisma di certe figure, di linguaggi forti o della propria solitudine: abbracciano idee e sposano cause che non sono realmente loro per sentirsi parte di qualcosa, forti, per ritrovarsi all’improvviso in una posizione di potere sugli altri.

E sempre da quel capitolo emerge un’altra cosa ancora, che poi forse è proprio quella che più di tutte caratterizza le comunità online: l’odio. Oggi basta un minimo passo falso, un nulla, per ritrovarsi sommersi dall’odio. E quando la macchina dell’odio si mette in moto, non hai più scampo: offese, stalking e minacce, nell’era dell’always online, causano alle persone più danni delle malattie. Non occorre guardare tanto lontano per accorgersi quanto l’odio venda oggigiorno: dalla politica all’intrattenimento, la denigrazione e l’annientamento dell’altro sono la portata principale del cannibalismo virtuale che abbiamo ormai abbracciato.

Ça va sans dire, trattandosi in questo caso di vittime donne, il tutto viene condito da una problematica ancora ben lungi dallo smettere di essere attuale e per questo, giustamente, molto cara all’autrice: è un attimo perché l’odio inizialmente generato da un brutto servizio su YouTube porti alla pubblicazione di una foto privata di una delle due ragazze e lo shaming diventi improvvisamente di tipo sessuale. La vita delle due protagoniste viene completamente stravolta, annientata, non solo nel pubblico ma anche nella loro sfera privata perché non sono più solamente delle cattive reporter ma delle puttane che meritano solo le peggiori punizioni carnali.
Su questo argomento la Bellocchio scrive indiscutibilmente le pagine piu’ belle, sentite e disturbanti di tutto il romanzo, traspare da ogni riga di quel capitolo l’urgenza di raccontare e denunciare il fenomeno. Le sette de La festa nera non sono peggio delle atrocità della realtà.

Chiusa questa lunga, ma per me necessaria, parentesi, il giudizio generale sul romanzo è decisamente positivo. La festa nera è un atipico on the road che gioca con la distopia e il weird che affronta, attraverso una trama interessante e ben raccontata, dei temi a mio avviso molto importanti. Però niente retorica e niente pateticità: solo una cronaca molto viva e visiva di cose che accadono, proprio come se fossero delle riprese. La Bellocchio la scopro solo con questa sua ultima uscita ed è un’autrice davvero interessante che terrò sicuramente d’occhio da ora in avanti.

Editore: Chiarelettere
Pagine: 160
ISBN: 9788832960129

Link utili: La pagina dell’editoreLa wiki dell’autore Instagram di Violetta
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