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Libri in uscita a Novembre 2019
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Libri in uscita a Novembre 2019

4 Novembre 20191 Aprile 2021 - by Mighè

Un po’ in ritardo rispetto alla normale tabella di marcia, ecco la lista dei Libri in uscita a Novembre 2019. Questa volta a farmi ritardare sono stati i Lucca Comics …

Libri in uscita a Novembre 2019 Continua

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Chinatown Interiore - Charles Yu cover

Chinatown interiore – Charles Yu

10 Settembre 202117 Settembre 2021

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Chinatown interiore racconta la storia di Willis W Chinatown interiore racconta la storia di Willis Wu, un giovane americano di origini asiatiche che vive negli appartamenti sopra il Tempio d’oro, un ristorante cinese adibito a set cinematografico per cinema e televisione, con il sogno di diventare un attore. Per ora i ruoli che gli vengono assegnati sono quelli di contorno che Hollywood prevede per gli asiatici: fattorini, camerieri, inservienti, gangster e così via fino ad arrivare alla massima aspirazione cinematografica per un asiatico: il fenomeno del Kung Fu, ovvero l’unica speranza di finire sulla locandina di un film o di una serie televisiva. Ma quando sembra avercela fatta si trova davanti a una scelta importante.
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l lavoro di Charles Yu nel campo della sceneggiatura dà una marcia in più a tutto il romanzo, che è scritto infatti in forma ibrida, una particolare commistione tra romanzo e sceneggiatura che non solo funziona, ma funziona alla grande. Se nella fase iniziale i due linguaggi corrispondono chiaramente ai due piani narrativi (la prosa classica per la storia di Willis, la sceneggiatura per le parti in cui recita), mano a mano che si va avanti le due cose cominciano a mescolarsi. Il confine tra realtà e finzione sfuma non solo per il lettore, ma anche per lo stesso protagonista del racconto che non capisce più se la sua vita vera non sia anch’essa una sceneggiatura già scritta, quella che lo stato americano ha scritto per lui in quanto "Maschio asiatico non identificato" e da cui sembra impossibile liberarsi, prendere il microfono e improvvisare, dire “ehi, ci siamo anche noi”. Costretto a vivere in un quartiere, relegato a ruoli di contorno in cui deve simulare un accento etnico che non ha.
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Siamo davanti a uno di quei rari casi in cui si riesce a raccontare con brillantezza e ironia una questione sociale piuttosto profonda: il romanzo strappa sorrisi, ti sorprende di continuo con le sue imprevedibili soluzioni di trama e di narrativa e allo stesso tempo fa riflettere.
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Ci sono libri che per qualche strano motivo tieni Ci sono libri che per qualche strano motivo tieni in libreria per anni a prendere polvere nonostante tu abbia la certezza che ti piaceranno. 4321 aveva tutto dalla sua: Paul Auster è uno dei miei autori preferiti di sempre e il libro è stato apprezzato da tantissimi, sia critici che lettori.
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Quindi, dopo un anno personalmente dominato da libri lunghi, americani e preferibilmente pubblicati da Einaudi, quale miglior sunto di queste caratteristiche se non affrontare finalmente il tomo di Paul Auster?
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La storia è ormai arcinota (o Archienota, ahah), spoiler o non spoiler il succo è questo: in 4321 Auster racconta quattro versioni di una stessa persona, Archiebald Ferguson, quattro volte figlio degli stessi genitori (il proprietario di un negozio di mobili e un’aspirante fotografa) ma con una vita che prende appunto quattro sentieri diversi, per lui e per le persone che gli stanno intorno.
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Con quattro vite e novecento pagine a disposizione viene facile immaginarsi la vastità dei temi affrontati, praticamente tutto. La cosa interessante sta tutta nel gioco di rimescolamento dei punti vista: le analisi cinematografiche o letterarie seguono il punto di vista e il bagaglio culturale dei diversi Archie, così come gli eventi politico-sociali sono poco più di una mezz’ora di telegiornale per uno mentre sono degli eventi totalizzanti e spartiacque per un altro.
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Per me comunque, visto anche il finale che non rivelo, più che un romanzo di multiformazione o un gioco letterario è sembrata un’ode, un piccolo tributo a tutti i propri io abortiti che, per una circostanza o un’altra, non sono mai potuti sbocciare in favore di quell’ammaccato essere che è l’io risultante delle forze esterne e delle scelte fatte nel corso della propria vita. Ciao Mighè che non siete stati e che avreste potuto essere, siete parte di me.
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📘 Parere più lungo in bio
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Migliori letture del 2020! Ecco al consueto appun Migliori letture del 2020! 
Ecco al consueto appuntamento annuale con le migliori letture dell'anno. Riguardando il mio feed viene da ridere perché sulla metà di questi libri non mi sono nemmeno preso la briga di farci un post 😆 sono stato (e forse sarò sempre) un pessimo bookstagrammer, ma prometto che nel 2021 cercherò di essere più attivo. Intanto bando alle ciance ed ecco il listone!

📘 LA VALLE DELL'EDEN di John Steinbeck
Se gli altri romanzi di Steinbeck che ho letto si concentravano più su temi terreni, ne La valle dell’Eden l’autore pone il focus sull’eterno tema morale della lotta tra il bene e il male. Quella che si mette in scena nella valle del Salinas è infatti la battaglia che l’uomo sembra combattere da sempre contro il destino: siamo liberi di scegliere nelle nostre azioni? Potente, filosofico, appassionante.

📘 ARCHIVIO DEI BAMBINI PERDUTI di Valeria Luiselli
Il pregio secondo me più grande di questo romanzo è quello di essere finalmente un esempio di come si possa parlare di un grande problema sociale del nostro tempo e scrivere contemporaneamente della gran bella letteratura, anche piuttosto sperimentale. Un aspetto peculiare del romanzo è la sua struttura: alle normali parti narrate vengono affiancate numerose citazioni, liste, mappe, foto, flussi di coscienza, canzoni. E la Luiselli scrive da dio.

📘 LIMONOV di Emmanuel Carrère
L'ho trovato un romanzo molto bello e sentito, il tentativo riuscito di uno scrittore famoso di mettere ordine nei propri contrastanti pensieri. Carrère, da bravo critico – saggista – giornalista – scrittore qual è, riesce nel difficile intento di scrivere un romanzo biografico su un personaggio del genere sospendendo il suo giudizio su di lui e lasciando, se mai desiderasse farlo, il giudizio finale nelle mani del lettore. A volte la realtà è più avventurosa e folle della finzione.

(Continua nei commenti)
La casa sul lago è il primo romanzo di David Jame La casa sul lago è il primo romanzo di David James Poissant, autore americano già conosciuto per la apprezzatissima raccolta di racconti Il paradiso degli animali, pubblicata sempre da @nneditore nel 2015, uno dei titoli più rappresentativi del loro catalogo.
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Nella piena tradizione del romanzo famigliare americano, La casa sul lago racconta l’ultimo weekend che la famiglia degli Starling passa nella loro casa delle vacanze sul lago Christopher prima che i genitori la vendano per trasferirsi definitivamente in Florida.
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La casa sul lago non è un romanzo rivoluzionario né particolarmente originale. È molto americano, molto classico, ma è scritto e strutturato molto bene. Poissant è stato molto bravo nel caratterizzare i propri personaggi e le loro relazioni, fulcro di ciascun romanzo famigliare, e a rivelare capitolo dopo capitolo sempre qualcosa in più su di loro.
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È un romanzo che mette bene a nudo i meccanismi contorti e paradossali della vita in famiglia, di tutto ciò che rimane taciuto e inaffrontato in nome di quel quieto vivere che è un ideale in realtà più raggiungibile e più sostenibile sulla lunga distanza se le cose degli altri si sanno e se si affrontano insieme, anche trovando qualche compromesso. I problemi non sono soltanto nel rapporto tra genitori e figli e nella complessa rete di aspettative e responsabilità tra di loro; sono anche e soprattutto nelle tre coppie, nella loro difficoltà di stabilire un territorio comune in cui ci sia spazio per i desideri, le esigenze e le ambizioni di entrambi, anziché costruire rapporti che sono in realtà bolle di soffocamento per la personalità più accondiscendente tra i due. Ma alla fine della permanenza, la casa sul lago avrà reso tutti un po’ più ammaccati, qualcuno quasi spezzato, però più uniti.
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📘 Recensione intera al link in bio
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