Favola di New York – Victor LaValle

Victor LaValle - Favola di New York - FaziFavola di New York di Victor LaValle  è, come già suggerisce il titolo italiano (ben diverso dall’originale, The Changeling), una favola moderna e oscura. La trama, che parte come un normalissimo spaccato di vita quotidiano, prende via via una piega sempre più surreale e  misteriosa, tra Stephen King e Murakami.

Il protagonista di questa favola è Apollo Kagwa, che prende il cognome straniero dalla madre ugandese dopo che il padre li abbandona poco tempo dopo la sua nascita senza alcun preavviso.  E senza alcun preavviso un giorno riceve dal padre una misteriosa scatola contenente un libro per bambini che lui gli leggeva da appena nato, Outside Over There di  Maurice Sendak, che Apollo decide di mettere a parte e conservare per tutta la vita, così da poter leggere anche lui lo stesso libro a suo figlio.
Apollo fa della sua passione per i libri un lavoro fin da piccolo: ancora giovanissimo, rivende i libri e le riviste che la madre gli porta da leggere  per poterne comprare altri, che poi rivende a lavoro volta. Svuota soffitte e cantine e finite le scuole ha un’attività già avviata, per cui decide di diventare un mercante di libri a tutti gli effetti. Conosce la futura moglie, Emma, in biblioteca durante una svendita  e dopo poco tempo diventano genitori di Brian.
E da qui le cose cominciano a incrinarsi. Emma si fa sempre più strana, riceve misteriori messaggi sul telefono, che si cancellano poco dopo la ricezione,  raffiguranti Apollo e il figlio in scene di vita quotidiana; comincia a soffrire di depressione e, sembrerebbe, una leggera schizofrenia che avrà il suo culmine  in un evento che cambierà le vite di lei, Apollo e Brian per sempre, e anche la loro concezione di ciò che è reale e cosa no.

Da questo momento si scoperchia il vaso di Pandora e quello che sembrava un comune romanzo di narrativa segue un andamento sempre più fantastico, in cui l’autore prende ispirazione e gioca con alcuni generi letterari come il thriller cospirativo, l’urban fantasy e i miti scandinavi. Il rischio di scadere nel trash con un tracollo stilistico è dietro l’angolo a ogni capitolo ma LaValle è stato, secondo me, molto bravo nel tenere tutto bilanciato senza mai esagerare. Una volta ottenuta dal lettore la giusta sospensione dell’incredulità mantiene la sua parte di questo tacito accordo senza mai scadere in banalità.

In generale questa Favola di New York mi è piaciuta: è un romanzo che intrattiene piacevolmente, è avvincente e la componente fantastica aggiunge una notevole imprevedibilità all’intreccio. L’idea alla base di scrivere una favola contemporanea è stata rispettata dall’autore, che è riuscito anche a inserire aspetti che sono ormai parte della nostra vita quotidiana come i social network e la tecnologia e a renderli centrali nella vicenda. Raccontare la contemporaneità e i rapporti interpersonali senza nominare Facebook o uno smartphone è quasi anacronistico ma è comunque una cosa che azzardano ancora in pochi. Trovarli all’interno di un racconto di questo tipo, con così forti influenze fantastiche, è stata quindi una sorpresa.

Unico aspetto negativo per me di Favola di New York, del tutto soggettivo, tutto sommato giustificato perché in linea con l’intento di dare al romanzo la veste di una favola, è l’assenza quasi totale di introspezione, quella che mi ha fatto amare i romanzi più surreali di un autore come Murakami e di altri che giocano col fantastico per raccontare la complessità del nostro mondo. Ma, come dicevo, il tono dell’autore è volutamente quello del racconto fiabesco e, quindi, ci sta. Non credo si tratti infatti di una mancanza di profondità ma una decisione arbitraria di intenti a monte.

Editore: Fazi
Pagine: 510
ISBN: 9788893253277

Link utili: La pagina dell’editore La wiki dell’autore
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