La casa dei Gunner – Rebecca Kauffman

La casa dei Gunner - Rebecca KauffmanLa casa dei Gunner, vincitore del Premio Tribùk dei Librai, premio che ho conosciuto grazie a questo libro, è un romanzo dell’autrice americana Rebecca Kauffman uscito per edizioni SUR.

La trama è molto semplice: cinque amici si ritrovano dopo anni nella città natale per partecipare al funerale di una loro amica, sesto membro del loro gruppo storico, morta suicida. Sally, la stessa amica che alla fine del liceo lasciò misteriosamente il gruppo da un giorno all’altro senza dire una parola. I cinque cominciano così a rivangare il passato e a raccontarsi aneddoti e segreti dei giorni de la casa dei Gunner, come si chiamava il loro ritrovo. Emergono quindi sentimenti tenuti nascosti per anni, scomodi segreti di famiglia sentiti per sbaglio e mai confessati, sensi di colpa per cose mai successe e assoluzioni ritardatarie.

Pur essendo raccontato in terza persona, la narrazione segue comunque il punto di vista di un personaggio in particolare, Mikey, che sta piano piano diventando cieco, ha un lavoro umile, un rapporto difficile col padre (suo unico genitore da tutta la vita), e un gatto a cui vuole un bene dell’anima.
Mikey, proprio come il Mike di Stephen King che era rimasto a Derry, è l’unico rimasto a vivere nella loro cittadina di provincia ed è quindi quello che ha inevitabilmente risentito più degli altri i cambiamenti di tutti e a sentire la distanza dei vecchi amici.

Ma non è l’unico parallelo con It, anzi, mi piace pensare a La casa dei Gunner come a un It senza il mostro. O meglio, senza il mostro in senso materiale, perché ci sono comunque tanti piccoli mostri che ognuno di loro si porta dentro e che riuscirà a sconfiggere solo con il gruppo di nuovo unito, pronto ad abbracciare dopo anni di distanza tutte le incomprensioni e i segreti rimasti taciuti.

Sul piano soggettivo mi ha tirato fuori molti ricordi della mia adolescenza e mi ha fatto porre molte domande sul rapporto tra amici, in particolare tra me e i miei, di quello che abbiamo passato e di tutto quello che ancora non ci siamo detti in questi anni. Mi ha fatto pensare a tutti gli abbracci che non ho mai dato e alle parole che non ho mai detto; alle persone da cui sono scomparso e alle scuse che non ho mai chiesto; a quella leggerezza che solo le persone a cui vuoi bene in modo disinteressato possono farti provare; a tutti quei momenti, belli e brutti, tasselli del complesso mosaico che è l’uomo che sono oggi.

Stilisticamente è molto cinematografico, lo vedrei perfetto per un drama indipendente da Sundance, ha delle scene che mi è sembrato proprio di vedere davanti agli occhi, e questo pur non essendo particolarmente descrittivo. Buone alternanze flashback/presente, dialoghi ottimi, descrizioni non eccessive ma suggestive.
Furba, e riuscita secondo me, l’idea di caratterizzare poco esteticamente sia i personaggi sia la città dai cui vengono: questo aiuta sempre a tenere l’atmosfera sospesa e facilitare sia l’immaginazione che l’immedesimazione del lettore, quest’ultima specialmente in racconti che possono far leva sul suo vissuto.

Pur con un paio di colpi di scena forse leggermente eccessivi che potrebbero incrinare la vostra sospensione dell’incredulità, La casa dei Gunner è un bel tributo all’adolescenza e all’amicizia, a quel periodo della vita che, più di ogni altro, ci influenza e ci plasma, ci scalda e ci tormenta.


Editore: SUR
Pagine: 304
ISBN: 9788869982088

Link utili: La pagina dell’editore –  Il sito dell’autrice
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