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Mighè legge cose

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un blog sui libri di Mighè

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Recensioni

Le mie recensioni non sono il punto di vista di un critico, perché non lo sono, ma quello di un appassionato lettore che sentiva semplicemente il bisogno di condividere con gli altri la sua passione più grande: i libri.

Cerco di comunicare cosa ho pensato e provato leggendoli, con la speranza di farvi scoprire nuovi romanzi o di farvi trovare un punto di vista diverso su uno che già avete letto o di cui avete sentito parlare.

Tito di Gormenghast
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Mervyn Peake – Tito di Gormenghast

30 Ottobre 20173 Ottobre 2019 - by Mighè

Nelle chiacchiere che seguono un rinfresco mangereccio nella periferia fiorentina, mentre digeriamo e prendiamo una boccata d’aria al fresco, un amico se ne esce con la trilogia di Gormenghast, incredulo …

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Kader Abdolah – Scrittura cuneiforme

30 Ottobre 20175 Ottobre 2018 - by Mighè

Kader Abdolah, autore di Scrittura cuneiforme, è uno scrittore di origini Iraniane che per motivi politici è dovuto scappare dal proprio paese e rifugiarsi in Olanda; la stessa sorte capita …

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Dave Eggers - Il Cerchio
Recensioni

Dave Eggers – Il Cerchio

30 Ottobre 2017 - by Mighè

Il Cerchio è un libro che parla, in maniera volutamente estremizzata e fantasiosa, di una gigantesca azienda-mostro informatica, il Cerchio, che col tempo ha sostituito ogni concorrente esistente, in ogni …

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Tommaso Pincio - Un amore dell'altro
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Tommaso Pincio – Un amore dell’altro mondo

27 Ottobre 201730 Ottobre 2017 - by Mighè

Dei Nirvana conoscevo giusto quelle due o tre canzoni che conoscono tutti e non avevo altre informazioni sulla figura di Kurt Cobain che non fossero l’anno e la modalità della …

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John Irving – Le regole della casa del sidro

27 Ottobre 201720 Luglio 2020 - by Mighè

Le regole della casa del sidro è un bellissimo romanzo di formazione. Quella di Homer Wells è una formazione che gli ha richiesto una vita intera per essere portata a …

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Joe R. Lansdale – La sottile linea scura

26 Ottobre 201730 Ottobre 2017 - by Mighè

La sottile linea scura è sicuramente il miglior romanzo di Joe R. Lansdale fra tutti quelli che ho letto. Apparentemente è molto semplice, ma credo che Lansdale abbia saputo amalgamare …

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La Quinta stagione - N. K. Jesimin copertina

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La casa sul lago - David James Poissant

La casa sul lago – David James Poissant

19 Novembre 20201 Gennaio 2021

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mighe_legge_cose

mighe_legge_cose
Ci sono libri che per qualche strano motivo tieni Ci sono libri che per qualche strano motivo tieni in libreria per anni a prendere polvere nonostante tu abbia la certezza che ti piaceranno. 4321 aveva tutto dalla sua: Paul Auster è uno dei miei autori preferiti di sempre e il libro è stato apprezzato da tantissimi, sia critici che lettori.
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Quindi, dopo un anno personalmente dominato da libri lunghi, americani e preferibilmente pubblicati da Einaudi, quale miglior sunto di queste caratteristiche se non affrontare finalmente il tomo di Paul Auster?
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La storia è ormai arcinota (o Archienota, ahah), spoiler o non spoiler il succo è questo: in 4321 Auster racconta quattro versioni di una stessa persona, Archiebald Ferguson, quattro volte figlio degli stessi genitori (il proprietario di un negozio di mobili e un’aspirante fotografa) ma con una vita che prende appunto quattro sentieri diversi, per lui e per le persone che gli stanno intorno.
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Con quattro vite e novecento pagine a disposizione viene facile immaginarsi la vastità dei temi affrontati, praticamente tutto. La cosa interessante sta tutta nel gioco di rimescolamento dei punti vista: le analisi cinematografiche o letterarie seguono il punto di vista e il bagaglio culturale dei diversi Archie, così come gli eventi politico-sociali sono poco più di una mezz’ora di telegiornale per uno mentre sono degli eventi totalizzanti e spartiacque per un altro.
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Per me comunque, visto anche il finale che non rivelo, più che un romanzo di multiformazione o un gioco letterario è sembrata un’ode, un piccolo tributo a tutti i propri io abortiti che, per una circostanza o un’altra, non sono mai potuti sbocciare in favore di quell’ammaccato essere che è l’io risultante delle forze esterne e delle scelte fatte nel corso della propria vita. Ciao Mighè che non siete stati e che avreste potuto essere, siete parte di me.
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📘 Parere più lungo in bio
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Migliori letture del 2020! Ecco al consueto appun Migliori letture del 2020! 
Ecco al consueto appuntamento annuale con le migliori letture dell'anno. Riguardando il mio feed viene da ridere perché sulla metà di questi libri non mi sono nemmeno preso la briga di farci un post 😆 sono stato (e forse sarò sempre) un pessimo bookstagrammer, ma prometto che nel 2021 cercherò di essere più attivo. Intanto bando alle ciance ed ecco il listone!

📘 LA VALLE DELL'EDEN di John Steinbeck
Se gli altri romanzi di Steinbeck che ho letto si concentravano più su temi terreni, ne La valle dell’Eden l’autore pone il focus sull’eterno tema morale della lotta tra il bene e il male. Quella che si mette in scena nella valle del Salinas è infatti la battaglia che l’uomo sembra combattere da sempre contro il destino: siamo liberi di scegliere nelle nostre azioni? Potente, filosofico, appassionante.

📘 ARCHIVIO DEI BAMBINI PERDUTI di Valeria Luiselli
Il pregio secondo me più grande di questo romanzo è quello di essere finalmente un esempio di come si possa parlare di un grande problema sociale del nostro tempo e scrivere contemporaneamente della gran bella letteratura, anche piuttosto sperimentale. Un aspetto peculiare del romanzo è la sua struttura: alle normali parti narrate vengono affiancate numerose citazioni, liste, mappe, foto, flussi di coscienza, canzoni. E la Luiselli scrive da dio.

📘 LIMONOV di Emmanuel Carrère
L'ho trovato un romanzo molto bello e sentito, il tentativo riuscito di uno scrittore famoso di mettere ordine nei propri contrastanti pensieri. Carrère, da bravo critico – saggista – giornalista – scrittore qual è, riesce nel difficile intento di scrivere un romanzo biografico su un personaggio del genere sospendendo il suo giudizio su di lui e lasciando, se mai desiderasse farlo, il giudizio finale nelle mani del lettore. A volte la realtà è più avventurosa e folle della finzione.

(Continua nei commenti)
La casa sul lago è il primo romanzo di David Jame La casa sul lago è il primo romanzo di David James Poissant, autore americano già conosciuto per la apprezzatissima raccolta di racconti Il paradiso degli animali, pubblicata sempre da @nneditore nel 2015, uno dei titoli più rappresentativi del loro catalogo.
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Nella piena tradizione del romanzo famigliare americano, La casa sul lago racconta l’ultimo weekend che la famiglia degli Starling passa nella loro casa delle vacanze sul lago Christopher prima che i genitori la vendano per trasferirsi definitivamente in Florida.
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La casa sul lago non è un romanzo rivoluzionario né particolarmente originale. È molto americano, molto classico, ma è scritto e strutturato molto bene. Poissant è stato molto bravo nel caratterizzare i propri personaggi e le loro relazioni, fulcro di ciascun romanzo famigliare, e a rivelare capitolo dopo capitolo sempre qualcosa in più su di loro.
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È un romanzo che mette bene a nudo i meccanismi contorti e paradossali della vita in famiglia, di tutto ciò che rimane taciuto e inaffrontato in nome di quel quieto vivere che è un ideale in realtà più raggiungibile e più sostenibile sulla lunga distanza se le cose degli altri si sanno e se si affrontano insieme, anche trovando qualche compromesso. I problemi non sono soltanto nel rapporto tra genitori e figli e nella complessa rete di aspettative e responsabilità tra di loro; sono anche e soprattutto nelle tre coppie, nella loro difficoltà di stabilire un territorio comune in cui ci sia spazio per i desideri, le esigenze e le ambizioni di entrambi, anziché costruire rapporti che sono in realtà bolle di soffocamento per la personalità più accondiscendente tra i due. Ma alla fine della permanenza, la casa sul lago avrà reso tutti un po’ più ammaccati, qualcuno quasi spezzato, però più uniti.
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📘 Recensione intera al link in bio
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Gli ultimi della steppa è il terzo volume della t Gli ultimi della steppa è il terzo volume della tetralogia che l’autrice norvegese Maja Lunde sta dedicando ai disastri ambientali, dopo il bellissimo La storia delle api e il meno riuscito, ma comunque buono, La storia dell’acqua.

Alla fine de La storia dell’acqua mi domandavo se Maja Lunde, utilizzando la solita formula, sarebbe riuscita a mantenere vivo l’interesse con altri due romanzi, visto che già nel secondo suonavano i primi campanelli d’allarme. Dubbio più che legittimo visto che, infatti, la formula usata è nuovamente quella delle api: tre storie di tempi diversi che procedono alternativamente, unite dal filo conduttore di una specie animale, in questo caso i cavalli, più precisamente i cavalli di Przewalski (detti anche takhi).

Le tre trame sapientemente architettate dall’autrice non parlano solo di ambiente ma diventano l’occasione per affrontare temi più vasti: l’amore in ogni sua accezione, la genitorialità, la sopravvivenza, la condizione della donna. E poi sì, c’è ovviamente l’ambiente. Ma se ne La storia dell’acqua la familiarità con il tema trattato non incuriosiva così tanto, questa volta l’aspetto ecologico/scientifico fa decisamente più presa poiché meno conosciuto: la scelta di parlare di una specie in via di estinzione e del bellissimo tentativo di ripopolamento dà senz’altro una bella spinta all’interesse del lettore, invece di smorzarlo.

Mi ha colpito di nuovo una cosa che mi aveva già sorpreso ne La storia delle api, cioè che anche ne Gli ultimi della steppa Maja Lunde si cimenta di fatto in tre generi letterari diversi: il resoconto d’avventura e ricerca ottocentesco, narrativa contemporanea e speculative post-apocalittica. E si cala ogni volta benissimo nelle atmosfere, nei pensieri dei personaggi e nella forma di ciascuno di essi. Una cosa per niente scontata e secondo me da lodare.

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